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Se le city sisters sono figlie uniche

Contributo di Clara Rossini

  26/09/2021

Di Redazione

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Gentile Direttore, durante il mio purtroppo breve soggiorno estivo in Trentino ho avuto modo di seguire sulla stampa locale due dossier che rivelano una qualche attinenza con le problematiche del nostro territorio: la vicenda dell'eventuale rinnovo della concessione per l'esercizio autostradale della A22 (con annessa la realizzazione della Cispadana) e la sorte del Festival dell'Economia. Sul primo dossier mi riservo di riflettere pubblicamente in una successiva occasione. Sul Festival, radicato con lungimiranza dal sistema trentino e sviluppatosi con notevole successo in partnership con Laterza, ho avuto modo di apprendere come la giunta provinciale di Trento abbia esonerato il gruppo editoriale, per affidarne la gestione al concorrente Sole 24 ore (partecipato da Confindustria). Mi è frullato in testa il dubbio che ancora una volta una certa politica abbia influito sulla decisione. Non mi ritengo all'altezza di giudicare le prese di posizione di tante persone eccellenti sia da una parte che dall'altra, ma la curiosità è femmina, così ho seguito l'evolversi della situazione notando che tante città italiane si sono offerte di ospitare il Festival di Laterza. A cominciare da Torino, cui si sono aggiunte in un battibaleno altre quaranta circa tra cui Brescia e Bergamo (in tandem, cioè insieme). Da qui la mia sorpresa e un mio interrogativo: …e Cremona? Si può dedurre che quando abbisogna  “el Batistéeri el  fà scòo rta a ‘l Dòm ?!” “Il nostro sindaco Gianluca Galimberti si è speso con i sindaci delle città lombarde sopracitate per avvalorare e contribuire al prestigio di interrogazioni, interpellanze, richieste in tante occasioni soprattutto nel periodo del lockdown. Non era però solo un Battistero, anche se la sua Cremona ha uno splendido Battistero. La sua valenza era ed è ben all'altezza di quella dei suoi colleghi. Cremona, pur se piccola, vanta tanti punti di spicco per l'economia, dal settore zootecnico/ agricolo (la prima fiera del bestiame si è tenuta 75 anni fa sul nostro territorio, elevandosi a livello internazionale e oltre), a industrie ai massimi livelli, tipo l'acciaieria. Numerose le medie e piccole attività. Nel ramo culturale si sta evolvendo con nuove sedi universitarie, splendidi Musei, tra cui unico il Museo del Violino. Non siamo zavorra, ma un fiore all'occhiello della comune Regione. Bergamo e Brescia si uniscono per far fronte ai grandi capoluoghi …perché mettere in disparte chi ha sempre ben collaborato? Uno per tutti e tutti per uno, per due non mi è mai risultato …un forte e positivo impegno comune potrebbe promuovere ottimi frutti, non crede?  

Nel ringraziarla per la cortese ospitalità, Le porgo i miei più cordiali saluti.  

Clara Rossini 

Verissimo quanto, in materia argomentato da Clara Rossini. Lo dimostra il ritaglio della prima pagina del Corriere di Trento di tre giorni fa. 

Come sottolinea la nostra interlocutrice, il cambio di cavallo nella partnership della fortunatissima rassegna dell'Economia è stato determinato da un gesto di macelleria istituzionale posto in essere dalla giunta di centro-destra che da tre anni è subentrata al centro-sinistra. Giunta che, per acquisire maggiore tasso di indipendenza del Festival, ha traghettato la gestione da un gruppo editoriale indipendente quale Laterza al gruppo editoriale facente capo a Confindustria. 

Si è aperta la caccia a trapiantare l'annuale rassegna dalle sponde dell'Adige in altre città, più o meno titolate ma tutte bramose di portarsi a casa una griffe di valore internazionale. 

Tra queste a farsi avanti più di altre le due Capitali Orobiche. I cui primi cittadini non hanno fin qui mai cessato di essere convinti storyteller delle tre città (di centrosinistra) gemellate. 

Con una predilezione per la comune sponsorizzazione delle ricandidature e, qualche mese fa, per una comune testimonianza di denuncia e di comune progetto sulla vicenda pandemica. 

Ma poi le assonanze e i propositi sinergici finiscono qui. 

Insomma…una troika a due (Bergamo e Brescia) quando dalle declamazioni si passa alle iniziative concrete. 

Dopo il monicelliano “sfilatino” della candidatura a Capitale della Cultura (per il quale Cremona avrebbe qualche titolo non inferiore alle due sisters) e dopo (sia pure parzialmente) la non assoluta estraneità dell'establishment bresciano al ratto della Fiera del Bovino, s'avanza un ulteriore gesto di sinergia, che esclude dalla partnership la Cenerentola del Po. 

Occorrerebbe per giunta ricordare anche la non totale estraneità dei Bresciani dalla perdita della concessione dell'A21.  

Non sarebbe male che il Primo Cittadino di Cremona profferisse in materia qualche parola. Considerato che nel recente passato ha fatto poco per defilarsi dal ruolo di anfitrione del gemellaggio a trois. 

Ma solo quando all'odg ci sono facezie elettorali o ruoli ancillari nelle holding multiservizi. Ci sono riflessioni in merito? (e.v.

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